Un chiesetta di mille anni circondata dal verde
Il Santuario di Pierno
Nei libri di storia, i primi riferimenti alla zona di Pierno sono collegati alle vicende di Annibale che, nel 210 a. C., sarebbe transitato proprio alle falde del monte. Il condottiero cartaginese, dopo una vittoria sui romani ad Herdonea, (l’attuale Ordona, in provincia di Foggia), decise di trasferirsi con le truppe nella zona nord della Lucania e, attraverso Ascoli satriano, Aquilonia e Conza, raggiunse prima Castelgrande e poi Muro Lucano (l’antica Numistro) dove è ancora ben visibile il ponte su cui sarebbe transitato prima di spostarsi nella valle del Platano. Da qui si allontanò verso il monte S.Croce e, prima di raggiungere Venosa, attraversò la collina alle falde del monte Pierno. La storia vera e propria del Santuario, comunque, nasce nel 1130. Si narra che in quell’anno, a causa dell’invasione dei pirati saraceni, i monaci Romiti Basiliani che abitavano il Monte S.Croce scapparono nella folta vegetazione del vicino monte Pierno e lì, in una cavità rocciosa, nascosero una statua lignea raffigurante appunto la Madonna. Negli anni immediatamente successivi, verosimilmente nel 1139, a seguito della repressione messa in atto dalle truppe antipapali del Re Ruggiero II, San Guglielmo da Vercelli (1085-1142), in fuga dal monastero di Goleto (nei pressi di S.Angelo dei Lombardi), trovò scampo nei boschi del Monte Pierno e lì rinvenne il prezioso simulacro.